Analisi semiseria dei nomi d’arte “multipli”

Memorabile il giorno in cui conobbi il Maestro Paolo Montarsolo, celebre basso d’opera, specialista nel repertorio rossiniano. Allora avevo già intrapreso la mia carriera operistica, stavo per iniziare con lui un Master di perfezionamento in canto lirico, e gli fui presentata dall’organizzazione come “il soprano Carmen Margherita Di Giglio”.

Nel sentir pronunciare tal nome, strasecolò (il verbo “strasecolare”, rossiniano per eccellenza, è d’obbligo, vedi video più sotto).

“Un nome composto da tre elementi?” esclamò esterrefatto. “Carmen Margherita Di Giglio! Occuperebbe tutto lo spazio in cartellone! Ne tolga subito uno!” 

E così la faustiana Margherita volò via, restò solo la bizetiana Carmen a far compagnia al cognome. (Detto tra noi, nella lirica ero conosciuta già da alcuni anni semplicemente come Carmen Di Giglio, ma in quell’occasione chi si assunse il compito di fare le presentazioni volle un po’ strafare…). Quanto a Carmen Margherita Di Giglio, il mio vero nome anagrafico, era venuto prima e sarebbe tornato in uso solo diversi anni dopo…

Ma che pensare a questo punto di certe signore della lirica, le celeberrime dal nome multiplo Maria Felicita Malibran, Marie Caroline Miolan-Carvalho (un nome composto da ben 4 elementi, caspiterina!) e Célestine Galli-Marié, che fu la prima Carmen di Bizet? È proprio vero che i cartelloni non sopportano il peso di tanta abbondanza?

Per non parlare di Maria Meneghini Callas, che negli anni ‘50, quando la sua carriera s’involava verso le alte vette, pretendeva, anzi esigeva, di farsi chiamare con un nome composto da ben tre elementi, e il triplice appellativo appariva puntualmente in cartellone e sulle copertine dei suoi dischi.

Oggi noi la conosciamo come Maria Callas (avrebbe abbandonato il cognome Meneghini dopo la separazione dal marito, proprio quando la sua voce aveva iniziato la sua parabola discendente), eppure c’era ancora chi, parafrasando il suo cognome da maritata e celiando sulla sua circonferenza, continuava a chiamarla irriverentemente la Menegona. La circonferenza già da tempo si era drasticamente ridotta, il soprannome, ancora per un po’ tra i milanesi della vecchia guardia, rimase.

Letterati “blasonati”

Sir Arthur Conan Doyle

In letteratura però è tutto un altro discorso. Qui non si celia e il triplice nome fa chic. Qualcuno in rete lo trova persino “evocativo e affascinante”.  Forse perché, nella sua prolissità, sembra offrire un’anteprima dell’impegno letterario che sarà profuso in campo, quasi a far presagire una benaugurante prolificità narrativa.  

O forse è un modo da parte dello scrittore di affermare il proprio diritto a occupare quanto più spazio possibile sulla carta, a cominciare dalla copertina – una sorta di presa di possesso del territorio per così dire. A meno che non si tratti di un semplice vezzo un po’ snobistico, una specie di “blasone letterario”. Certo una firma così lunga richiede impegno, ma del resto si sa: Noblesse oblige…

Eccovi dunque un elenco (ovviamente incompleto) di scrittori dal triplice nome in ordine sparso:

(Sir) Arthur Conan Doyle
Robert Louis Stevenson
Edgar Allan Poe
Louisa May Alcott
Rainer Maria Rilke
Marion Zimmer Bradley
William Somerset Maugham,
William Makepeace Thackeray
Jorge Luis Borges
Carlos Ruiz Zafon
Robert Ervin Howard
Clive Staples Lewis
Herbert George Wells
Valerio Massimo Manfredi
Orson Scott Card
Joseph Sheridan Le Fanu
Francis Marion Crawford,
John Kendrick Bangs,
Lucy Maud Montgomery,
William Thomas Beckford,
Matthew Gregory Lewis,
Bithia Mary Crocker

Per non parlare dei russi, con il loro patronimico:

Nikolaj Vasil’evič Gogol
Ivan Sergeevič Turgenev
Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Michail Afanas’evič Bulgakov
Lev Nikolàevič Tolstòj

Se poi manca il doppio nome, mettiamoci pure il doppio cognome (l’effetto “evocativo” è lo stesso):

Harriet Beecher Stowe
Gabriel García Márquez
João Guimarães Rosa
Danila Comastri Montanari
Federico García Lorca
Sveva Casati Modignani
Simonetta Agnello Hornby

J. R. R. Tolkien

Ma c’è anche chi, più timido (o forse più pigro?), si è limitato semplicemente a raddoppiare o triplicare le sole iniziali prima del cognome:

J. R. R. Tolkien
H. P. Lovecraft
Philip K. Dick
Ursula K. Le Guin
Robert A. Heinlein 
Arthur C. Clarke
H. G. Wells
Louise L. Hay
J. K. Rowling

Per quanto mi riguarda, se il triplice nome vi ingarbuglia le idee, se vi suona troppo lungo da pronunciare, potete chiamarmi semplicemente Carmen. Un nome solo in fondo può valerli tutti. E ben lo sapeva il principe e poeta Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, ovvero Antonio De Curtis, in arte Totò.

Qualunque cosa ti accada, devi mantenere una leggera attitudine comica. In ultima analisi, non devi dimenticare di ridere.

Katharine Houghton Hepburn